
Palazzo Gravina-Cruyllas
Palazzo Gravina-Cruyllas fu la residenza principale di una delle famiglie nobili più illustri della Sicilia. I Gravina erano un'importante famiglia nobile di origine normanna il cui ramo italiano è di stirpe ducale, discendente da Rollone, primo duca di Normandia e progenitore, attraverso Guglielmo il Conquistatore, di svariate dinastie reali, ad esempio l'attuale famiglia regnante inglese. La casata acquisì il secondo cognome Cruyllas, e lo mantenne per oltre tre secoli, quando Girolamo Gravina, barone di Palagonia, nel 1531 sposò Contessina Moncada-Cruyllas, ultima erede di una famiglia di origine spagnola, che gli portò una ricchissima dote comprendente il feudo di Calatabiano (CT) e quello di Francofonte (SR). I Cruyllas furono una nobile famiglia proveniente dalla Catalogna, di origine reale, discendenti dalla dinastia dei Goti, estintasi nella famiglia Gravina.
Le prime notizie ufficiali su questo antico palazzo medievale dei Gravina risalgono al 1435; fu demolito dal terremoto del 1693 e ricostruito sui ruderi del palazzo preesistente all'inizio del Settecento. La famiglia Gravina- Cruyllas fu tra le prime a ricostruire la propria dimora a Catania dopo il terremoto devastante sul piano di ricostruzione del duca di Camastra. Non si conosce l'architetto, o meglio gli architetti, dell'opera, che secondo alcuni storici catanesi, potrebbero essere stati Lorenzo di Benedetto, Francesco Battaglia, Girolamo Palazzotto e da non escludere, Gianbattista Vaccarini.
L'impianto attuale, poggiante in parte sulle mura del Teatro Romano e abbondantemente alterato da superfetazioni edilizie successive, presenta la forma tipica dei palazzi catanesi del ‘700. In origine il portone principale prospettava sulla via Vittorio Emanuele ma in seguito ai lavori di livellamento del piano stradale che interessarono Catania a partire dal 1870, l'antico portone fu chiuso da botteghe e quello laterale prospettante sulla piazza San Francesco fu elevato a principale.
Le decorazioni a volute, bugne e grottesche del portale e delle mensole della tribuna soprastante sono riferibili ai primi decenni del settecento, così come le mostre delle finestre del piano nobile e la splendida loggia all'interno del cortile. La scalinata principale, che prima dello sbarramento del più antico portale sulla strada appariva in prospettiva con esso, adesso appare, un pò illogicamente, laterale, mantenendo solo in parte la monumentalità e la funzionalità originarie. Moltissime sono le modifiche che ha subito l'edificio nei secoli, ad esempio, il terzo piano fu aggiunto verso la fine dell'ottocento e completato poi solo dopo il 1924, fu ulteriormente modificato da altre aggiunte nel corso del XX secolo soprattutto nella corte interna le cui proporzioni sono state alquanto alterate. Di recente è stato sottoposto a vari lavori di ristrutturazione, sotto la direzione dell’architetto Angelo Buccheri, per adeguare maggiormente il palazzo a sede dei musei Civico Belliniano ed Emilio Greco, nonché al restauro delle facciate e al miglioramento sismico dell’intero edificio.
L'iniziativa primaria della costituzione del Museo Civico Belliniano si deve ad un grande mecenate catanese Giuseppe Giuliano, fondatore del Circolo Bellini che tanta importanza ha avuto nella diffusione della figura di Vincenzo Bellini e della crescita di Catania. Fu Giuliano per primo a pensare e sollecitare nel 1876 l'acquisto della casa natale belliniana e la fondazione di un museo che raccogliesse ciò che era appartenuto al musicista.
Molti uomini illustri hanno soggiornato negli appartamenti del palazzo: Enrico d'Aragona, ospite di Jacopo Gravina nel 1435, e Giovanni Vega, viceré di Sicilia, nel 1552; ma la nascita di Bellini inevitabilmente oscurò i precedenti passaggi. Il musicista vi rimase fino a 15 anni. Molti anni passarono prima che il luogo diventasse museo, un regio decreto dichiarò la casa natale di Vincenzo Bellini "monumento nazionale" il 29 novembre 1923, ma solo il 5 maggio del 1930, fu finalmente inaugurato da re Vittorio Emanuele III. Solo di recente, con Decreto Dirigenziale n. 3522 del 15.12.2014, la Regione Sicilia dichiara l’interesse storico, artistico e architettonico dell’intero edificio.
